Armani Silos museo della moda

Milano città della moda, Milano città in continua evoluzione, Milano città del cambiamento… Milano città di uno dei più grandi artisti mondiali dell’industria della moda.

Quando la carriera di Giorgio Armani giunge ai suoi 40 anni, non basta una torta e una festa di compleanno, ma serve qualcosa di più, qualcosa di maestoso come, ad esempio, Armani Silos.

In Via Bergognone, da una parte si trova la palazzina degli uffici Armani, dall’altra troviamo “il Silos”, ricavato dalla torre della Nestlè, che serviva, appunto, da deposito di cereali. Un'architettura sobria, quattro piani, muri lisci e una corona di finestre in cima.

Al suo interno ci sono quarant'anni di carriera lavorativa, 600 abiti e 200 accessori delle collezioni Armani, dal 1980 a oggi.

L'edificio del Silos è molto semplice, ha pareti e pavimenti in cemento, soffitti neri, tubature e canaline a vista. Una facciata a vetri che dà su via Bergognone e lo shop, la caffetteria e il guardaroba posti al piano terra.

L’esposizione è suddivisa in piani differenti secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo dello stilista. Al piano terra, la sezione daywear: qui si possono trovare alcuni degli abiti più celebri indossati dalle star, come il famoso completo indossato da Richard Gere nel film “American Gigolo” del 1980. Primo film, del resto, ad avere tutto il “guardaroba” firmato interamente da Armani.

Al primo piano la sezione ‘esotismi’, invece, è un omaggio da parte di Armani al mondo e alle tradizioni orientali (soprattutto, all’Africa e all’Asia) dalle quali ha preso spunto per la realizzazione di sarong, caftani e tuniche ricamate e dai colori brillanti.

Un piano più in alto troviamo la sezione ‘cromatismi’, dove il nero è l’elemento ricorrente in tutte le sue più svariate forme: lucido, opaco, liscio, ricamato.

Anche qui non mancano alcuni degli abiti indossati dalle star: ad esempio, un abito ricamato su misura per gli Oscar del 1995 indossato da Jodie Foster e un abito nero per gli Oscar del 1996 indossato da Sharon Stone.

Il terzo e ultimo piano è, infine, dedicato alla tematica della ‘luce’. Un susseguirsi di abiti eterei attraverso cui la luce sembra filtrare senza fatica, abiti che vanno dalle sfumature del bianco fino all’argento.

Definirli ‘abiti’ è quasi riduttivo, perché si tratta in realtà di veri e propri gioielli che brillano come stelle.

In questo piano, troviamo anche l’archivio digitale. Quest’ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici, bozzetti e materiale relativo alle collezioni prêt-à-porter e di alta moda, ed è dedicato ai ricercatori e agli appassionati che desiderano approfondire il lavoro e l’universo stilistico di Giorgio Armani.