Mostre di fotografia a gennaio

Gennaio sembra essere il mese della fotografia d’autore a Milano. Tra le tante iniziative, abbiamo scelto per voi tre bellissime mostre che secondo noi vale la pena andare a vedere.

Al Palazzo della Ragione in Piazza del Duomo, fino al 7 febbraio, la mostra Henri Cartier-Bresson e gli altri narra l'Italia attraverso l'obiettivo dei grandi fotografi del Novecento. Affascinati dal paesaggio e dalla storia, questi artisti ci rivelano lo stupore che il nostro Paese suscita all’estero, facendoci riflettere sul valore del patrimonio naturale e culturale italiano.

A Henri Cartier-Bresson è affidato il compito di introdurre questo splendido itinerario fotografico suddiviso in sette aree tematiche. Il suo tentativo di fermare il tempo nel suo lungo viaggio in Italia durato trent’anni, di cogliere il momento decisivo nel flusso in divenire della realtà ha influenzato a lungo generazioni di fotografi in tutto il mondo.

Segue il famoso reportage di Robert Capa creato al seguito delle truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943.

David Seymour e Cuchi White immortalano il fascino dell’Italia minore e del mondo della fede. Poi il magistrale Sebastião Salgado racconta l’epopea degli ultimi pescatori di tonni in Sicilia. Si passa poi alla fascinazione per la fotografia in bianco e nero che si allontana dal reportage ma conserva intatta la poesia della visione classica: è il viaggio di Claude Nori che ripercorre le strade dei ricordi sul litorale adriatico alla ricerca delle sue radici familiari e di Helmut Newton che in 72 ore a Roma ricrea una passeggiata notturna nel centro monumentale della città eterna.

Le nostre città d’arte e cultura diventano poi il terreno per la sperimentazione che la tecnologia contemporanea permette oggi a fotografi quali Alexey Titarenko, Abelardo Morell, Gregory Crewdson e Irene Kung. Si prosegue con il “linguaggio documentario” di Paul Strand che con Cesare Zavattini ha realizzato ritratti, still life e paesaggi in una delle opere più straordinarie dedicate alla realtà contadina: Un Paese del 1953.

Il Grand Tour continua toccando anche una fotografia più disturbante, quella di Art Kane e Michael Ackerman che racconta disagi esistenziali e scempi architettonici. Per contrasto, altri autori rileggono il nostro Paese con sguardo positivo: Joel Meyerowitz, Steve McCurry e Martin Parr ritraggono la magia della Toscana, di Venezia e della Costiera Amalfitana.

Infine la narrazione autobiografica chiude il percorso espositivo: Nobuyoshi Araki si fotografa con le maschere di carnevale a Venezia e Sophie Zénon ripercorre la storia della sua famiglia affiancando i ritratti dei suoi nonni emigrati ai loro luoghi di provenienza.

Al Forma di via Meravigli invece sta riscuotendo successo la mostra Vivien Maier. Street Photographer, aperta fino al 31 gennaio.

La vita e l’opera della fotografa newyorkese sono circondate da un alone di mistero che ha contribuito ad accrescerne il fascino: tata di mestiere, fotografa per vocazione, non abbandonava mai la sua macchina fotografica. La mostra raccoglie 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta. Vivian Maier ritraeva le città dove aveva vissuto, New York e Chicago, in un momento di fervido cambiamento sociale e culturale, con uno sguardo curioso, attratto da piccoli dettagli e dalla vita che le scorreva davanti agli occhi per strada.

Il suo archivio privato è stato scoperto per caso nel 2007 da un agente immobiliare che capì subito di aver trovato un tesoro.

Avrete tempo fino al giorno di San Valentino per visitare anche National Geographic. La storia, la fotografia, le esplorazioni al Museo Civico di Storia Naturale di Palazzo Dugnani in Via Manin 2.

150 magnifiche fotografie illustrano le esplorazioni scientifiche effettuate in tutto il pianeta dalla National Geographic Society dai tempi della sua fondazione fino ai giorni nostri, divulgate dalla famosa rivista con la caratteristica cornice gialla.

Vengono ricordati gli straordinari protagonisti delle esplorazioni del Novecento, dal viaggiatore artico Robert Peary all’archeologo Hiram Bingham, da Jacques Cousteau a Dian Fossey, da Jane Goodall ai Leakey, la famiglia di paleoantropologi più famosa del mondo.

Un viaggio emozionante, durato un secolo e oltre, al ritrovamento di civiltà perdute e alla conoscenza di popoli e culture diverse.