Percorsi d’autore. Viaggio architettonico tra Garibaldi e Isola

Oggi Gabriele Moschin, parente del grande attore Gastone Moschin, professore presso il Polimoda di Firenze e copywriter per alcuni nomi del panorama pubblicitario internazionale tra cui M&C Saatchi, SapientNitro, Saatchi&Saatchi e Attila&Co, ci guiderà alla scoperta dell’architettura sospesa tra passato e futuro che caratterizza i quartieri di Garibaldi e Isola dove è nato.

La palafitta di Milano e le case igloo.

Si comincia con due stranezze architettoniche nel cuore della Maggiolina, a due passi dal Villaggio dei Giornalisti. La prima è Villa Figini, detta la “Palafitta”, una costruzione razionalista in via Perone di San Martino. La seconda sono le case igloo di via Lepanto: tra le poche sopravvissute del complesso, sono state più fortunate delle case fungo, le loro cugine purtroppo rase al suolo.

Museo del manifesto cinematografico.

Proprio in quella via Gluck cantata da Celentano si colloca Fermo Immagine, spazio semioscuro ma rivelatore di capolavori filmici assoluti. Recita la loro pagina: “cinquantamila pezzi tra fotobuste, manifesti, locandine, soggettoni, foto di scena e affiches pubblicitarie”.

L’emporio del “Meneghello”.

Proseguendo giù per via Fara si arriva al numero 15. Qui Osvaldo Menegazzi, conosciuto un tempo come il “pittore delle conchiglie”, ha aperto la sua bottega di arte e magia. Tra sfere di cristallo, chincaglierie, ninnoli, icone semisacre e pendolini divinatori, centinaia di tarocchi originali tappezzano le pareti di questo cabinet de curiosités. Citato anche nell’Enciclopedia Americana dei tarocchi, è un punto di riferimento assoluto del settore.

Palazzo Pirelli e la sua Madunìna.

Il “Pirellone”, capolavoro architettonico di Giò Ponti dall’incredibile forma a lama, per circa cinquant’anni è stato l’edificio più alto di Milano con i suoi 127 metri. Però la tradizione (dovuta in realtà ai problemi strutturali del suolo) vuole che nessun edificio possa essere più alto della Madunìna. Quindi, per non sminuire l’originale, dalla sua cima una fedele riproduzione (poi spostata sul Belvedere di Palazzo Lombardia a 161 metri d'altezza) veglia sui Milanesi. Non avrete pensato che a Milano ce ne sia una sola a tenerci d’occhio vero?

San Gioachimo e Torre Diamante.

In questa chiesa imponente, dedicata allo sposo di Sant’Anna nonché padre della Vergine Maria, il nostro cicerone ha ascoltato un superbo concerto per organo. Sovrastano l’edificio del 1885 le linee aguzze della modernissima Torre Diamante. Lasciamo dialogare vecchio e contemporaneo e proseguiamo la passeggiata verso il complesso residenziale delle Varesine.

Piazza Gae Aulenti e Torre Unicredit.

Qui è d’obbligo godersi i giochi d’acqua, l’oculo del podio, i 231 metri della torre, la vista (meglio al tramonto, quando il sole riflette i suoi colori caldi sulle superfici) sulla nuova piazza, la Stazione Garibaldi e il vicino Bosco Verticale. Scese le scale che ci portano verso Corso Como, il nostro viaggio si conclude con un gin tonic sorseggiato al numero 10.