Milano e le sue icone della moda: i personaggi che hanno fatto la storia del prêt-à-porter

Milano è conosciuta in tutto il mondo come una delle quattro capitali della moda, le "Big Four", insieme a Parigi, Londra e New York. Qui si dettano nuove tendenze e si assiste ai più grandi eventi del settore.

Per capire in che modo Milano entrò tra le Big Four bisogna affacciarsi sul mondo dell’editoria di moda, che stabilì proprio nella nostra città il suo epicentro. Alcune icone della generazione di grandi giornaliste del dopoguerra hanno ispirato il made in Italy fino a pochi anni fa: tra queste la mitica Anna Piaggi , una delle voci più importanti di tutto il fashion system internazionale. Nata a Milano nel 1931, divenne redattrice storica di Vogue gettando le basi di un mestiere che ancor oggi deve molto, quasi tutto, a lei. Con il suo stile riconoscibile e decisamente anticonformista, fatto di cappelli vistosi, velette e chili di trucco, inventò molti trend, come il concetto di vintage (quando ancora nessuno s'immaginava di indossare abiti usati).

Stessi anni, gusto opposto: la stilista Mila Schön conosciuta come “la signora dello stile” cominciò a disegnare abiti per le sue amiche, ricche signore della borghesia milanese. La sua era un'idea di eleganza asciutta, senza fronzoli e senza tempo, che ha conquistato le donne più famose e meglio vestite del mondo come Jacqueline Kennedy.

Negli anni Sessanta, mentre a Londra la giovane Mary Quant inventava la minigonna, anche a Milano si assisteva all’emergere delle mode giovanili. Elio Fiorucci divenne un pioniere nell’intercettare queste nuove tendenze. Lo stilista milanese, cresciuto nella bottega di pantofole del padre, nel 1967 aprì in Galleria Passarella un negozio che sin dall’arredo – ispirato alla Pop art americana– appariva come uno spazio trasgressivo e colorato, divenuto presto un punto di ritrovo per tutti coloro che sognavano uno stile originale, al limite dell'anticonformismo.

Le riviste contribuirono all’affermazione di un’altra figura centrale nel sistema: quella del fotografo di moda. Fu soprattutto Vogue Italia negli anni Settanta a divenire la palestra per una talentuosa generazione di fotografi milanesi allora poco più che ventenni, come Oliviero Toscani, riconosciuto internazionalmente come la forza creativa di alcune tra le campagne di maggior successo della storia della pubblicità, come quelle provocatorie ideate per Benetton. Negli anni Ottanta della “Milano da bere” si imposero tre stilisti per eccellenza, le “tre G”: Giorgio Armani, Gianfranco Ferré e Gianni Versace. Armani, dopo aver interrotto gli studi in medicina, arrivò al successo internazionale con la giacca destrutturata, il blazer, in un’epoca in cui le donne accedevano sempre più numerose al mondo del lavoro. Fra le giovani promesse della moda italiana anche il sarto Domenico Dolce e il grafico Stefano Gabbana, che nel 1986 presentarono a Milano la loro prima collezione, e Franco Moschino.

Tutti questi nomi hanno contribuito a creare l’anima della Milano contemporanea, omaggiata dalla grande scultura Ago, Filo e Nodo di Claes Oldenburg che potrete vedere passando per piazzale Cadorna. Non vi rimane ora che tuffarvi nello shopping! Nel centro della città si trova il famoso Quadrilatero della moda, quartiere delimitato da Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Corso Venezia e Via della Spiga, in cui si trovano le boutique delle più grandi firme. Tra queste splendide vie sorgono anche prestigiosi palazzi come Palazzo Morando, sede del nuovo museo della moda.